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1968: OPERE GRAFICHE DI UMBERTO BOCCIONI
di Franco Sborgi


OPERE GRAFICHE DI UMBERTO BOCCIONI
Genova - Palazzo dell'Accademia
Mostra a cura di Gianfranco Bruno
Catalogo delle opere di Franco Sborgi
16 novembre - 15 dicembre 1968

Umberto Boccioni In questa novantina di opere - fra disegni a tratto, pastelli, acquarelli, tempere, acqueforti, ecc. - si può cogliere in termini precisi l’intero evolversi della poetica boccioniana, lungo un arco di anni che va dal 1907 al 1916, anno della morte.
Dalle opere del 1907 in cui il segno si fa più preciso, teso verso l’essenzialità – che sarà poi la ricerca costante del disegno di Boccioni - al gusto per il ritratto che lo avrebbe più tardi avvicinato direttamente agli espressionisti, di gusto “maudit” che per il momento è ancora una riassunzione della poetica della Scapigliatura, mediata ed ampliata in senso decadentistico, ai contatti col Divisionismo e Previati.
Soprattutto il bellissimo pastello “Campagna” (1908) in cui una certa insoddisfazione per i moduli post-impressionistici si sviluppa in una concezione dinamica della natura in cui il colore - un colore disfatto e modernissimo - è il tramite fra la realtà statica del Divisionismo e quella dinamica del Futurismo.
Le opere del 1910 in cui il disegno s’è fatto drammatico, maturato com’è dalla conoscenza degli artisti nordici: Munch, Ensor.
Sempre nello stesso anno si passa alla poetica futurista di Boccioni, “La città che sale”. Si trovano fra il 1910 e il 1912 tutta la serie di opere che si concluderanno nei grandi temi futuristici boccioniani dell’Antigrazioso, della compenetrazione fra volume e volume, fra volume e spazio, fra spazio e spazio.
Poi la serie di opere e studi del 1913 sul “Dinamismo di un corpo umano” che alla luce dell’esperienza della scultura cercano di chiarire sempre più il tema del dinamismo, traducendolo in forme elastiche, quasi astratte, ormai libere da implicazioni psicologiche e naturalistiche, sempre più forme libere nel loro movimento.
Seguono i motivi del “Dinamismo di un ciclista”, del “Dinamismo plastico di un cavallo”, fino alle opere degli ultimi due anni in cui la carica polemica si attenua con un approfondimento del pre-cubismo di Cézanne, lasciando il posto, come scrive Ballo, ad “una emozione di lirismo più intimo, meno aggressivo”.

 

 

Da NAC Notiziario Arte Contemporanea, n. 3, 15/11/1968