materiali sulle arti a genova, 1960-2018





1976: AURELIO CAMINATI, I MATTI DEL LISSANDRINO
di Enrico Pedrini


AURELIO CAMINBATI
I MATTI DEL LISSANDRINO
Trascrizione
Genova, 19 gennaio 1976

Enrico Pedrini
TRASCRIZIONE DI UN MITO PITTORICO E SUA FUNZIONE

L’arte concettuale non è stata una rivoluzione formale, ma una profonda ristrutturazione dell’arte che implica un nuovo atteggiamento dell’artista. Essa non si presenta né come reazione, né come rottura in seno ad una civiltà in cui l’oggetto prende sempre più importanza e neppure come la riduzione dell’opera a un’idea, a un concetto.
Essa è l’idea dell’arte nell’autoanalisi di se stessa.
Esplicative in tal senso sono le definizioni di Joseph Kosuth: “Art after philosophy” oppure “Art as idea as idea” o “art-Language£” le proposizioni artistiche non hanno un carattere di fatto, ma un carattere linguistico, cioè non descrivono il comportamento delle cose fisiche o mentali, ma sono l’espressione delle definizioni di arte o le conseguenze formali delle definizioni di arte.
Insomma, l’sarte opera secondo la logica e il tratto caratteristico di tale ricerca è che si attiene alle conseguenze formali delle definizioni di arte e non ai problemi empirici.
L’arte come la logica e la matematica è una tautologia, cioè l’idea dell’arte e l’arte sono la stessa cosa.
Non si produce un procedimento sistematico di astrazione (l’idea di un oggetto, di una materia presentata come opera d’arte), ma la ricerca analitica della funzione dell’arte.
L’arte diviene il campo d’investigazione di se stessa, condotta avanti con coscienza critica.
Ma l’arte concettuale, operando l’autoanalisi dell’arte e spostando la propria problematica ai processi formali, sino ad indagare le strutture metalinguistiche che li sottendono, produce un eccessivo spostamento dei problemi artistici verso la metaforma.
Nasce ora il bisogno di riportare al giusto equilibrio il rapporto contenuto-forma.
L’azione del Teatro della Tosse, trascrivendo in forma animata un quadro a contenuto storico, vuole essere motivo di riporto del contenuto nel contesto dell’arte.
Gli attori-oggetto divengono solo supporto di un fatto storico, attraverso mezzi visivi nuovi che non si finalizzano nella rappresentazione scenica e nella finzione teatrale, ma tentano di riportare il testo pittorico alla sua originaria funzione, per ridare la giusta angolazione al mito dell’arte, rarefattosi nell’ermeticità e fattualità di una struttura linguaggio.
Se l’Iperrealismo ha posto il problema del recupero attraverso la dilatata rappresentazione iconica di un reale che si ricopia all’ennesima potenza, lo ha però sclerotizzato nell’eccessiva rappresentazione scientifica e neutralità segnica.
Nei Matti del Lissandrino, la parte animata è solo una componente del fatto artistico ed entra a far parte della formulazione processuale dell’opera, che si concretizza invece nella cassa museo-mobile dove l’opera d’arte viene scomposta nelle sue possibilità linguistiche-rappresentative-narrative.
Non esiste più un solo testo, ma possibilità di obbiettivazioni visive raccolte nell’unità della cassa che equilibra il rapporto forma-contenuto.

Domenica 19 gennaio 1976
Ore 9 Salita della Misericordia

Azione immaginativa, pittorica, compiuta nell’area adiacente al Teatro della Tosse, mediante la trascrizione del rito sociale periodico del trasporto dei malati di mente da luogo a luogo, come si legge nel dipinto “il carro dei matti” di A. Magnasco.

Salita della Misericordia: ritualizzazione del momento immaginativo e compositivo del Maestro nei luoghi del passaggio del “carro dei matti”.
Trascrizione sul posto dei gesti operativi sugli attori-oggetto che supportano i colori, le forme, gli spazi, i movimenti, i toni, i piani, le sezioni, le prospettive, le geometrie, i costumi e gli equilibri della composizione pittorica. Il luogo scelto crea l’ideazione della trascrizione animata dell’opera del Magnasco.

Riattivazione ed oggettivazione del quadro del Magnasco e lettura interpretativa possibile della personalità e del ruolo sociale di questi malati nella loro esposizione pubblica.

L’alienato mentale è colui che si presuppone viva l’inconscio nella forma più libera. Egli è sciolto dalla parte conscia, che è sempre struttura imposta dal gruppo dominante mediante l’educazione, l’istruzione, la tradizione, la religione, imposizioni socio-culturali del potere imperante.

Teatro della Tosse: ribaltamento della struttura teatrale, usata non più come luogo di rappresentazione scenica o drammatica, ma come supporto di esposizione artistica.
La struttura murale del teatro supporta immagini iconiche di un “fuori storico”, autenticamente conservato e culturalmente integro, che diviene occasione e fonte immaginativa. Nucleo creativo, su cui si annodano le vie di obbiettivazione ed elucidazione di tutto il lavoro.
Il teatro diviene museo per raggiungere spazi culturali più ampi e dialogare sul funzionamento dell’arte non solo con gruppi elitari, ma con fruitori più numerosi.

 

 

Dal catalogo dell'azione, Stamperia DeBernardi, Genova, aprile 1976