materiali sulle arti a genova, 1960-2018





1953: IL MOVIMENTO ARTE CONCRETA A GENOVA
di Guido Giubbini






Bollettino Arte Concreta 14, 30 aprile 1953



Presentando il gruppo genovese del Mac e i suoi esperimenti di «sintesi artistica» allo Studio b24 di Milano nel novembre del ’53, Gianni Monnet così scriveva su «Numero»:
«Attualmente hanno collaborato in vario modo ad un nuovo esperimento di sintesi 6 artisti genovesi. Il più maturo ed il più personale di questi Plinio Mesciulam, la cui sensibilità dello spazio e del ritmo architettonici, in funzione del colore nell’architettura raggiunge soluzioni personali.
Mesciulam effettivamente ci offre cose nuove, in un campo così difficile alle novità quale è oggi quello dell’architettura degli interni. Anche la sua derivazione da Soldati, che prima era appariscente, tende a scomparire nelle sue nuove composizioni della parete a rilievo colorato. Ottime qualità dimostrano anche Bruna Pecciarini e Bisio, che appaiono decisi sulla loro strada e sicuri di seguire in percorso giusto. Giuseppe Allosia è esteticamente piuttosto in contrasto con i tre primi: artista di grande sensibilità e serietà, ha un senso dell’organizzazione della parete e dello spazio interno che lo avvicina molto ai «nucleari», e credo troverebbe miglior sviluppo alla sua espressione plastica collaborando direttamente con questi. Fasce e Oberto si sforzano di seguire la via dei compagni, ma, per quanto non difettino certamente in gusto ed in talento, sono ancora in parte legati a forme del passato: per cui di loro si può dire che, più che concretisti, siano per ora degli astrattisti».
[…] Nel maggio del ’53 è Genova a ospitare, nella Galleria San Matteo, una mostra del Mac: oltre ad Allosia, Fasce e Mesciulam espongono a Genova i milanesi Di Salvatore, Dorfles, Munari, Pantaleoni, Regina, Soldati, Veronesi, Bombelli e Monnet, così come il cosiddetto «manifesto del gruppo genovese» firmato da Allosia, Fasce e Mesciulam nell’aprile, sottolineano con energia il significato dell’iniziativa nel senso degli sviluppi del movimento verso la «sintesi delle arti».
[…] Nel bollettino del ’55 di Mac/Espace compaiono, oltre ad Allosia, Mesciulam e Bisio atri due liguri, Luisio Sturla del gruppo di Chiavari e Vincenzo Frunzo (presentato da Mesciulam nello stesso anno alla Galleria San Matteo), fondatore del gruppo dei Sette di La Spezia. Ma nel frattempo, già nel corso del ’54, Mesciulam aveva abbandonato bruscamente le ricerche concrete (anche se non ancora il Mac) secondo modi informali, lavorando a stretto contatto con Scanavino. Per Allosia, morto nel ’53 Soldati, i rapporti con Monnet e il Mac si allentano gradualmente sino al completo e, dopo una brevissima esperienza con i nucleari di Baj, all’isolamento nella «provincia» genovese.
Infine Fasce, sino a quel momento neo-cubista, nel ’53 si traferisce a Milano e si avvicina a Morlotti, ponendosi nell’area del naturalismo astratto a cui resterà a lungo tempo.



tratto da G. Giubbini, 33a Mostra d’Arte Contemporanea - dedicata al M.A.C. (Movimento Arte Concreta)
Ed. Civica Galleria d’Arte Moderna, Torre Pellice, 1982